In occasione dei dieci anni nell’edificio progettato da KSV Berlino, Museion si confronta con la vocazione che lo ha contraddistinto fin dall’inizio della sua storia, cioè stimolare il dialogo e l’incontro tra mondo nordico e mediterraneo.
In questo senso, Museion ha invitato dieci giovani curatori e curatrici a presentare un concetto di mostra per un “Padiglione Italia - Austria”, che rileggesse, in chiave contemporanea, la sua vocazione iniziale. Vincitore della selezione è risultato il programma multidimensionale Somatechnics. Transparent travelers and obscure nobodies, a cura di Simone Frangi, che mette in dialogo posizioni di artiste e artisti che lavorano in Austria e in Italia e nei loro confini fisici, amministrativi e simbolici. Prendendo le mosse dalle particolarità storiche e geopolitiche dell’Alto Adige/Südtirol, Somatechnics prolunga la riflessione lanciata dal politico e attivista Alexander Langer che durante gli anni Ottanta e gli anni Novanta si è battuto contro l’emergere del nativismo e dell’etno-nazionalismo nel territorio tra l’Austria e l’Italia, proponendo di affrontare il conflitto etnico in questa regione come un prisma attraverso cui leggere le sfide presenti e future poste dalla coabitazione delle pluralità nell’Europa contemporanea.
Strutturato in una mostra, un programma di performance e un public program, Somatechnics esplora i processi di costruzione e fabbricazione artificiale dell’identità corporea nei suoi legami con l’identità linguistica e con i molteplici sensi di appartenenza e iscrizione che cercano di confinare abusivamente i nostri corpi in specifici territori. Esplorando il potenziale di diversi media artistici (pittura, installazione, ricerca sonica, pratiche video e pratiche performative), Somatechnics riunisce i lavori di dieci artisti e artiste che concepiscono la critica sia come un’attività clinica che come un’attività affermativa gioiosa, che mira a ristabilire un diritto all’opacità e che impiega l’affettività come risposta dinamica contro immaginari razziali e di genere egemonici.
Artiste e artisti in mostra: Pauline Boudry (Svizzera, 1972) e Renate Lorenz (Germania, 1963); Danilo Correale (Italia, 1982); Adelita Husni Bey (Italia, 1985); Patrizio Di Massimo (Italia, 1983); Ursula Mayer (Austria, 1970); Sophie Utikal (U.S.A., 1987).
Performance e Public Program: Mercedes Azpilicueta (Argentina, 1981), Marissa Lôbo (Brasile, 1985), Muna Mussie (Eritrea, 1978).
Somatechnics, la selezione
Il progetto espositivo è frutto di una selezione, a cui sono stati invitati dieci curatori e curatrici under 45. La giuria che ha scelto il progetto vincitore è composta da Massimiliano Gioni, direttore associato e capo curatore del New Museum di New York e direttore artistico Fondazione Trussardi di Milano, Matthias Mühling, Direttore della Städtische Galerie im Lenbachhaus di Monaco e Letizia Ragaglia, direttrice di Museion. Oltre a Simone Frangi, le curatrici e i curatori che sono stati invitati a presentare un progetto sono: Marianne Dobner, Christian Egger, Eva Fabbris, Luca Lo Pinto, Melanie Ohnemus, Paola Nicolin, Lisa Mazza, Jürgen Tabor, Luisa Ziaja
Il catalogo di Somatechnics (ita/deu/eng) conterrà tutte le proposte per un “Padiglione Italia – Austria” presentate dalle curatrici e curatori invitati al concorso.
Somatechnics
Transparent travelers and obscure nobodies
Curatore: Simone Frangi