#TeleMuseion #Collection: Installazioni & I “nuovi linguaggi” della scultura

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Monica Bonvicini Stonewall III, 2002 Installazione, 2 x 12,3 x 1 m. Ed. 2/3 Museion. Foto: Augustin Ochsenreiter
08.04.2020

Installazioni

Le installazioni, opere composte da diversi elementi e oggetti nello spazio, molto spesso presentano una chiara tendenza a superare i confini dell’arte e a mescolarsi con la vita, con la società, con la politica. In fondo si può dire che le opere installative sono il contrario di un’opera-oggetto: non c’è più l’idea di “rappresentare” una storia o una cosa, ma di “presentarla” direttamente e innescare una reazione critica. L’idea di uno spettatore attivo, che si muove nelle opere e/o attorno ad esse, che vive la durata delle opere, implica anche uno spettatore più attivamente impegnato socialmente e politicamente.

Installazioni

 

I “nuovi linguaggi” della scultura

Il termine “nuovi linguaggi della scultura” è impiegato a Museion con la consapevolezza di affrontare una sfida, cioè rendere accessibile al pubblico le categorie d’arte oggi in tutta la loro fluidità. Nel suo celebre saggio “La scultura nel campo allargato” Rosalind Krauss ha fatto notare come “Per l’arte postmoderna la pratica non si definisce in funzione di un dato medium – qui la scultura – ma di operazioni logiche effettuate su un insieme di termini culturali e per i quali qualsiasi medium può essere utilizzato: fotografie, libri, linee sui muri, specchi, o la scultura stessa. Così questo campo fornisce insieme una struttura allargata (ma finita) di cui l’artista può occupare ed esplorare le diverse articolazioni, e un’organizzazione del lavoro che non è più dettata dalle proprietà di un medium dato”.

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